Occam Razor

sabato, dicembre 02, 2006

Uscire da se stessi

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Commentando un post di Gödel si è "usciti fuori tema". L'argomento sul quale io ho colpevolmente distratto l'attenzione è stato però oggetto, in passato, di una accesa disputa filosofica tra due giganti del pensiero.Avverto l'urgente necessità di condividerne con voi il resoconto:

Cos'è un Ubriaco

"Prendete una qualsiasi persona, versatele 5-6 litri di birra, e ne farete un ubriaco" diceva Schopenauer agli alunni del suo corso di Pessimismo all'università di Jena. Era una frase che ripeteva spesso e gli alunni si chiedevano ogni volta se il loro insegnante fosse molto profondo o molto ubriaco.


In realtà, Schopenauer voleva dire che ognuno di noi è un ubriaco in potenza. Naturalmente, essendo ubriaco, aveva bisogno della birra per dare un'idea dell'ubriachezza. Se fosse stato sobrio, avrebbe usato altri termini, e non si sarebbe sdraiato sulla cattedra.

In realtà, soleva chiedersi spesso il filosofo, cos'è un ubriaco ? E, penso, qualcuno di voi si sarà talvolta rivolto la stessa domanda. Non è evidentemente uno che beve. Tutti noi beviamo. Non è nemmeno uno che beve molto. I cammelli bevono molto, ma non ne ho mai visto uno cacciato fuori da un bar.

Schopenauer
, ad esempio, dava la seguente definizione dell'ubriaco: "Un ubriaco è quella persona che dopo aver bevuto molto vino, o birra, o bevande alcoliche, a fine serata vede due baristi dietro il banco".

In realtà, è una definizione errata, come ebbe a fargli notare Hobbes. Se ad esempio al bancone del bar servono marito e moglie, cioè due baristi, tutti gli avventori del bar sono da considerarsi ubriachi ? Evidentemente no. Quindi la definizione esatta, secondo Hobbes, è la seguente: "Un ubriaco è quella persona che dopo aver bevuto molto vino, o birra, o melassa, a fine serata vede il doppio dei baristi che vedeva prima di bere"

A parte il fatto che Hobbes, come avrete notato, include la parola "melassa" al posto delle bevande alcoliche, e questo non è ontologicamente corretto, perchè corrisponde ad suo gusto soggettivo, non si vede come questa definizione possa essere presa per buona. "Infatti", critica Schopenauer "la teoria del doppio è assurda. Mettiamo il caso che all'inizio, quando il futuro ubriaco inizia a bere, al bancone ci sia solo il marito e la moglie sia a spazzare il retrobottega. A fine serata l'ubriaco non vedrà marito + marito: ma due mariti e due mogli, cioè quattro volte il numero iniziale. Inoltre una persona che va al bar per divertirsi non puo' mettersi a contare il numero dei baristi tutte le volte per essere sicuro di accorgersi quando è ubriaco"

La critica di Schopenauer è molto feroce, certo, ma in re ipsa ineccepibile, almeno fino a questo punto.

"Hobbes", prosegue Schopenauer"può continuare nella sua vana ricerca di una defnizione matematica dell'ubriachezza. In realtà egli è un bevitore di melassa e come tale dovrebbe limitarsi a parlare di libri per ragazzi. Comunque, se una definizione dell'ubriaco puo' essere tentata, io suggerirei questa: 'Ubriaco è quella persona che dopo aver bevuto molto vino o birra o Fernet, o bevande alcoliche, non riesce piu' a stare in piedi su una gamba sola e a braccia aperte, e a camminare dritto su una immaginaria linea retta'. "

Definzione granitica, nella quale però anche voi potrete cogliere qualche debolezza. Il che non sfuggì a Hobbes, il quale soleva dire che "In amore e filosofia tutto è lecito" come ben sapevano le sue scolare. Egli attaccò l'edificio Schopenaueriano con le pesanti mazzate della sua dialettica. Rilevò in primo luogo la presenza della parola "Fernet" nel discorso del Maestro. "Evidentemente", scrisse Hobbes "nella camera dove ormai vive rinchiuso, Schopenauer ha trovato una bottiglia di Fernet, e questo ha gravemente deviato la sua prospettiva metodologica; infatti la sua ultima definizione è un capolavoro di formalismo, senza alcun contenuto. Prendiamo il fatto dell' "Una gamba sola e con le braccia aperte". E' ovvio che ben poche persone civili si sono trovate in una simile posizione. Eppure, non penso che debbano essere considerate ubriache. Neanche il Papa, immagino, saprebbe restare su ua gamba sola e con le braccia aperte. Schopenauer vuole forse fare del sottile anticlericalismo ? E poi, come dobbiamo immaginare che funzioni questo criterio ? Forse che una persona deve entrare in un bar saltellando su una gamba sola per dimostrare di essere sobria ? E lo sarà per tutto il tempo che riuscirà a mantenere quella scomoda posizione ?E se metterà un piede a terra, dovrà da quel momento essere considerata ubriaca ? E ome farà a bere se deve tenere le braccia aperte ? Schopenauer risponda a queste domande, e gli regalerò una bottiglia di Brandy. Inoltre, cosa vuol dire una "immaginaria linea retta" ? E' ovvio che, se diamo spazio all'immaginazione, il rigore scientifico va a farsi benedire. E se io non riesco a immaginare una linea retta ma solo donne nude ? E se anche riesco ad immaginarla, chi mi dice che è retta e che la fantasia non mi giochi un brutto scherzo, e che non debba camminare tutta la notte su una circonferenza ? Mi sembra di essere stato chiaro, anche se spietato. Propongo dunque, come mia ultima definizione la seguente, che mi sembra perfetta: 'Ubriaco è quella persona che, dopo aver bevuto molto vino, o birra , o melassa, esce da sè' ".

Definizione breve, illuminante, che però, come potete immaginare, non può soddisfare pienamente una mente superiore. "Infatti", scrisse Schopenauer "mi sembra che stiamo cadendo nel ridicolo. La frase 'Esce da sè' è un capolavoro di scemenza. Esce da sè ? E dove va ? E se esce da sè, lascia dentro tutto quello che ha bevuto ? Ma allora non è più ubriaco. E se si porta dietro tutto quello che ha bevuto, cosa dice il primo sè ? E il barista, chi deve far pagare ? Il nuovo sè, il vecchio sè abbandonato, o tutti e due ?Non vorrei che questa fosse una scusa per bere gratis alle spalle di chi lavora.
"Comunque, concedo un'ultima possibilità alla discussione. Non per Hobbes, che è troppo occupato ad entrare e a uscire dal suo sè per parlare di filosofia, ma per quanti hanno a cuore la civile disputa dialettica. Dirò allora che 'Ubriaco è quella persona che ha bevuto molto, ma molto vino, birra e sostanze alcoliche'."

Mi sembra che l'intuizione del Maestro non abbia bisogno di commenti. Questa volta, anche Hobbes fu d'accordo e pagò da bere.

Tratto da "Bar Sport" di Stefano Benni

4 Comments:

  • Un pezzo di alta filosofia, in tutti i sensi, argomentazioni stringenti, sottile dialettica. Penso di poterlo annoverare tra i classici delle dispute filosofiche.

    By Blogger Corrado, at 11:38 AM  

  • Gran brano...
    pensare che m'ero proprio scordato di questo libro. Prestato a qualcuno e mai rientrato...

    By Anonymous Anonimo, at 5:05 PM  

  • Pensare che "Bar Sport" ha compiuto 30 anni il 9 dicembre.
    In quella data e giu' di lì si sono tenuti, in varie città d'Italia e in varie parti del mondo, reading dedicati a Stefano Benni ed alla sua opera.

    Io ho avuto la fortuna di viverla a Napoli, dove lo stesso Benni ha partecipato.(E' un personaggio fuori dagli schemi!!!)
    Peccato esser passata di qui solo ora.
    Ciao, Simona ;)

    By Anonymous Anonimo, at 10:27 PM  

  • Ciao Simona, grazie. Torna a trovarmi.

    By Blogger unonessuno, at 2:35 AM  

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