Occam Razor

domenica, gennaio 21, 2007

I Miei Epici Fallimenti

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Sarà che pochi giorni fà è nata la bambina di mia cuggina, sarà che questa sera mi sono bevuto un vigneto, sarà che con l'età mi sto rincoglionendo, sarà come sarà ma mi viene di pubblicare quetsa cosa che ho scritto tanti anni fa.Beccatevi dunque codesta stronzata:

Penso alla prima boccata d'aria che entra nella bocca di un bambino appena nato.
Penso a come deve essere fredda quella strana miscela di gas che per la prima volta si spinge fra le cavità calde del cucciolo di un uomo;deve essere doloroso quell'impulso simile ad un singhiozzo che costringe un neonato ad inghiottire quella sostanza invisibile.Gli invade la gola, entra nella laringe, nella trachea e poi giù, giù, fino a trovare la via dei suoi polmoni.
Penso alla sua cassa toracica che si espande, alla violenza che le sue membra avvertono per la prima volta quando tutti quei muscoli si contraggono per riuscire in quello sforzo dal quale da ora in poi dipenderà la sua esistenza.

Penso che debba fargli un gran male quella prima boccata d'aria.

Penso al freddo che lo avvolge,alle mani dell'infermiera che lo stringono,a lui abituato a trascorrere il suo tempo al caldo, nella pancia della mamma.Quella che noi chiamiamo temperatura ambiente deve sembrargli il gelo dell'inverno artico,quelle mani che lo afferrano e lo sollevano devono assomigliare a coltelli nella carne per lui che impara solo ora cos'è il tatto.

Penso alla gravità che naturalmente lo butterebbe sul pavimento senza alcun rispetto della sua degna natura.Quella gravità che con la sua forza preme sui tutti i suoi organi.
Deve odiarla, lui, la gravità.

Penso alla vista.Penso alla luce.
A noi adulti sembra così importante vedere.
Quel primo lampo di fotoni che entra nei suoi occhi gli squarcia il mondo.Sbatte contro la sua cornea, gli arriva in testa, dritto nel cervello.Le immagini che vede sono una violenza al suo universo scuro; chissà che paura gli deve fare la prima cosa che vede.

Penso che c'è una cosa che tutti i bambini del mondo fanno quando nascono: piangono.

Penso che poi noi cresciamo e smettiamo di piangere per il solo fatto di essere vivi,abbiamo tarato la nostra sensibilità al dolore, l'abbiamo spostata di qualche tacca più in sù e ora piangiamo per altre cose ma la vita non ha smesso di fare male.E' un dolore continuo, un male fisico, un disagio del corpo, prima di tutto.

Penso a queste cose mentre sono fermo in macchina con L. e le ho appena detto che mi piacerebbe darle un bacio ma lei non saprebbe cosa farsene di un mio bacio.
Potrei anche dire che le darebbe fastidio l'idea della mia lingua nella sua bocca, con tutto quello scambio di saliva, sapori, batteri e chissà quali altre schifezze.
Comincerebbero subito a litigare i suoi anticorpi con i miei batteri e i miei anticorpi con i suoi batteri.
Si farebbero subito la guerra, magari io e Elle saremmo anche andati d’accordo per un pò, certo i nostri sistemi immunitari si sarebbero solo odiati.

Sono queste le cose a cui penso mentre L. mi spiega che io devo affrontare la vita con più entusiasmo, devo cambiare la mia esistenza partendo da me stesso, devo imparare a volermi bene a capire cosa voglio cominciando dalle piccole cose, dalle persone che mi stanno vicino, dal quotidiano.
Devo decidere io per me, e non farmi trasportare dalla corrente, e lasciare che gli altri o le circostanze decidano per me.
Il mondo è uno scambio di energie, mi racconta Elle, diamo la nostra parte di energie positive e ci verranno restituite; esercitiamo la nostra volontà nell'armonia delle cose e delle persone che ci circondano e non c'è ostacolo che ci potrà fermare.
Io non lo so ancora ma un giorno queste cose che lei mi ha detto avranno un senso io le capirò e mi saranno d'aiuto, perchè nulla accade per caso.

Lei è bellissima, ha qualche anno in meno di me e io sono troppo educato e perdente per dirle in faccia quello che penso sul serio.

Ascolto L. mentre mi racconta queste cazzate e penso che anche sentire è una forma di dolore, c'è un onda sonora che parte dalle sue labbra e mi entra nelle orecchie, scuote il mio timpano a destra e a sinistra, in alto e in basso e diventa elettricità nella mia testa, a tutta questa confusione il mio cervello dà un ordine e le chiama parole.

Io so di un ragazzo che per una sera sola di musica a volume troppo alto ha perso l'udito ad un orecchio; l'hanno scosso per bene il suo povero timpano quella sera.

Ora tocca a me parlare ma non dico nulla di interessante, ho bevuto molto e mi fa male la testa.
Io ce la metto tutta ma anche fossi sobrio e al massimo della mia forma fisica, da questa situazione non caverei nulla di buono.
Ci pensa Elle a fare in modo che la cosa non diventi troppo patetica e, con un impeto di volontà, si libera dei miei influssi negativi e se ne và verso la sua auto.
Deve fare delle cose molto importanti domani e io non voglio certo strapparla ai suoi doveri, mi sembra così ovvio che il suo tempo sia molto più prezioso del mio anzi mi pare già di avergliene rubato troppo.

Non mi rimane che tornare a casa ora.
Metto in moto e mi infilo con la mia macchina nel traffico del venerdì notte.
Guido veloce.Non ho nessuna fretta ma non riesco ad andare piano, forse voglio mettere più distanza possibile tra me e ciò che è appena accaduto.Distanza fisica intendo, quella che nel mio mondo si misura in kilometri.

Penso ai gesti che compio mentre guido, a tutti gli ingranaggi meccanici caldi e freddi che riesco a muovere azionando poche leve e pochi pedali.
Penso a quanti miliardi di operazioni compie il mio cervello per far si che io conduca come si deve questa scatola di metallo verso casa.
Una piccolissima differenza nella posizione del volante e andrei contro un muro, una pressione sul freno esercitata una frazione di secondo dopo e investirei qualcuno, un po di acceleratore in più o in meno e mi scontrerei con un altra macchina.
Mi sembra di sentirlo il peso di tutti quei calcoli .
Penso che non ho scelta se voglio che questo mucchio di ferro giunga a destinazione tutto intero con il suo contenuto sensibile.
Penso a quante volte in un solo giorno decidiamo, senza saperlo, che ci va di prolungare la nostra esistenza.

Afferro il mazzo di chiavi che ho in tasca.La chiave più lunga apre il cancello di ferro, quella più piccola il portone di vetro.
Se fossero spade con quella più lunga abbatterei il metallo e con quella più piccola manderei in frantumi il vetro; così, da anni, le distinguo.
Attraverso il lungo corridoio verso l'ascensore.E' infestato di quadri orrendi quel corridoio, da troppo tempo questi quadri offendono il mio senso estetico.

Entro in casa e in un attimo sono a letto con un bicchiere d'acqua sul comodino.
Prendo in mano il bicchiere freddo e metto in bocca una piccola pastiglia.
Si chiama Tavor quella pastiglia ed è un farmaco della classe delle benzodiazepine.
Insieme alla cascata d'acqua che raggiunge il mio stomaco quel piccolo genio della medicina troverà presto la sede del mio pensiero e darà tregua al mio animo.

Aspetto il sonno e penso che sono me stesso mentre dormo.

Rileggo quello che ho scritto e mi fa schifo.
Penso che se fossi piaciuto a Laura non avrei scritto nulla.
Penso che ho scritto troppe volte penso.

Adesso spengo il computer e vado a dormire sul serio, chiudo gli occhi e penso a tutti voi. Voi che avete tarato come si deve la vostra sensibilità e la vita vi sembra ogni mattina nuova e meravigliosa.

Stacco la presa del telefono.

Venite a rompermi i coglioni domani prima delle due, provateci se ne avete il coraggio.

Dormo come un drago, Io

14 Comments:

  • Questo ci tocca.
    Non possiamo far altro che riposare.

    By Blogger mugnolo, at 2:37 PM  

  • vorrei tanto conoscere coloro ai quali"la vita sembra ogni mattina nuova e meravigliosa"...

    By Anonymous Anonimo, at 4:48 PM  

  • Sono qui via il blog di Brainhell. Lo leggo ogni giorno. Ma anche studio italiano da lungo tempo, quindi commincio a leggere il tuo blog per fare la practica. Che bella poesia! Complimenti!

    By Blogger jmb, at 11:15 PM  

  • Oh, oh, comincio con un' enne. Scusami, un errore del "keyboard".

    By Blogger jmb, at 11:19 PM  

  • Per come la vedo io, trattasi di leggera nostalgia uterina.
    Non mettere in bocca alla nipotina cose che non ha detto (anche xkè non parla) e non trasferire su di lei pere che sono soltanto tue.
    Passerà. Penso che certe volte nella vita bisogna sapersene sbattere le palle e fare quello ch viene e che ci aggrada. Bidonando il resto. Comprese riflessioni, anche giuste, che magari vanno solo fatte in 1 altro momento.
    Cloro

    By Anonymous Anonimo, at 11:36 PM  

  • Mugnolo: è un mondo difficile, cantava Tonino Carotone, felicità a momenti e futuro incerto.

    Anonymous: Quella tipa di cui parlo era una tutta New Age con addosso un ottimismo tipo pubblicità dell'Unieuro, non so se hai presente.

    Jmb: Il blog di Brainhell è davvero meraviglioso.Lui è proprio un genio. Mi pare di capire dal tuo profilo che tu sia Canadese. Di quale parte del Canada, se posso sapere ? Scrivi molto bene in italiano, complimenti.Non ti conviene usare il mio blog per esercitare il tuo italiano, io e l'ortografia non andiamo daccordissimo.

    Cloro: sta roba che ho copiato ieri sul sito, l'avrò scritta 5 o 6 anni fa. Le ragioni per cui l'ho pubblicata ieri hanno poco a che fare con la nostalgia e molto con Bacco-hai presente quella divinità inventata dagli antichi per avere il pretesto di ubriacarsi ?
    Comunque hai ragione, certe pere avrei fatto bene a non trasferirle ad altri.

    By Blogger unonessuno, at 8:08 AM  

  • Non oso credere all'ultimo commento....
    La "Prima Frustrazione" della nascita attiene a TUTTI quanti noi.
    Seghe mentali se ne sono fatte a iosa anche qui, ma non certo in questo insuperabile post.
    Dove, siccome CHE so' passata a GoogleBlegger, non riesco più a commentare SGRUNT!:(((

    By Anonymous Anonimo, at 6:08 PM  

  • Finalmente! Vedi che quando esce il tuo lato poetico ne viene fuori un capolavoro? 7 posts non si erano mai visti! Basta con questo livore politico che diventi brutto. Una cosa sola mi preoccupa visti i tuoi transcorsi. Sarai mica uscito con la mia di L. venerdi??????? Quando ci vediamo uomo?

    By Anonymous Anonimo, at 11:15 AM  

  • Pat Pending: si venerdì ero li che cercavo di farti cornuto con la tua di L. Provavo a sedurla raccontandole delle prodezze di Chavez e di Morales ma non c'è stato verso.
    Ci vediamo domani che vengo in ufficio a mangiare le lenticchie.
    Ciao maschio.

    By Blogger unonessuno, at 12:04 PM  

  • Eccolo li. Uno ti fa un complimento e tu giù coi riferimenti politici. Non ti scrivo più. Comunque non c'è stato verso perchè avresti dovuto irretirla con Tevez e Gonzales (Mariano) altro che Chavez e Morales. Le lenticchie domani te ficco su per la prospettiva nevskji...

    By Anonymous Anonimo, at 5:36 PM  

  • Comunismo e fastidio: ti metto il polonio nelle lenticchie e ti preparo un caffè corretto Sindona.
    Poi consolo la vedova..

    Ci si vede domani, pistola.
    Mi riconosci perchè sono quello con l'eskimo di Prada.

    By Blogger unonessuno, at 6:48 PM  

  • azz nn avevo letto che era una cosa di "tanti anni fa"
    pensavo che fosse una roba del presente....
    non avevo letto bene. zkuza
    ciao
    Cloro

    By Anonymous Anonimo, at 10:41 PM  

  • Cloro: Giusta in ogni caso la tua osservazione sul fatto che la nipotina non parla e io non devo attribuire pare mie ad altri.

    Piesse: scioglimi un dubbio; fa (voce del verbo fare, non lo shampoo fa delgi anni ottanta) si scrive con l'accento o senza ?

    By Blogger unonessuno, at 5:27 AM  

  • boh? a me viene da scriverlo senza.
    egli fa.
    senza senza.
    Cloro

    By Anonymous Anonimo, at 7:41 PM  

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