Occam Razor

venerdì, agosto 10, 2007

Life is an Open Source

Siamo tutti programmatori e il nostro Linux è la storia del genere umano.

E il sowftware fino ad ora sviluppato fa cagare.

mercoledì, agosto 01, 2007

Arbeit Macht Sklave


Diamoci all'ozio in tutto, tranne che nell'amore e nel bere, tranne che nell'ozio.

Lessing


Il lavoro debilita e uccide. Omicidi bianchi, malattie. Il lavoro è nocivo. L'orologio del tempo di lavoro scandisce la miseria della soppravvivenza, la rinuncia alla vita, l'affossamento della sessualità, l'autogestione della solitudine, dell'angoscia. Il lavoro produce merci, in genere socialmente inutili. Il lavoro inchioda a ruoli "professionali". Operaio. Impiegato. Becchino. Accessorii delle macchine, delle scartoffie, delle bare.

Dalla culla alla tomba: Il lavoro è norma, il disoccupato è un deviante, l'assenteista un delinquente, l'ubriacone un barbone. La normalità consiste nell'accettazione incondizionata del ruolo di lavoratore efficiente, civile produttore di merci, piccola rotella del grande ingranaggio della produzione di merci.

Karl Absent (Candidato al Premio Nobel per l'erboristeria per una memoria sulla moltiplicazione energetica dei vasi di fiori.)

Una strana follia possiede le classi operaie dei paesi in cui regna la civiltà capitalista. E' una follia che trascina con sè miserie individuali e sociali che da due secoli stanno torturando la triste umanità. Questa follia è l'amore per il lavoro, la passione mortale per il lavoro, spinta fino all'esaurimento delle forze vitali dell'individuo e della sua prole.[...]

I filosofi dell'antichità insegnavano il disprezzo per il lavoro, questa degenerazione dell'uomo libero; i poeti cantavano l'ozio, dono degli Dei: O Meliboe, Deus nobis haec otia fecit.
Cristo, nel suo discorso sulla montagna, predicò l'ozio:"Guardate i gigli dei campi, non lavorano ne filano, eppure io vi dico che Salomone in tutto il suo splendore non è mai stato vestito meglio".
Geova, il dio barbuto e arcigno, dette ai suoi adoratori il supremo esempio dell'ozio ideale; lavorò per sei giorni, e poi si riposò per l'eternità.[..]

Ma assordati dai loro stessi schiamazzi, gli economisti rispondono: Lavorate, lavorate continuamente per accrescere il vostro benessere ! E, in nome della mansuetudine cristiana, un prete della Chiesa anglicana, il reverendo Townshed, salmodia: Lavorate, lavorate giorno e notte; lavorando accrescete la vostra miseria e la vostra miseria ci evita di imporvi il lavoro con la forza della legge. L'imposizione legale del lavoro "provoca troppo dolore, richiede troppa violenza e fa troppo rumore; la fame, invece, non solo è un mezzo di pressione pacifico, silenzioso, incessante, ma, essendo il movente più naturale del lavoro, e dell'indistria, stimola gli sforzi più efficaci".

[...]...il lavoro sfrenato è il più terribile flagello che abbia mai colpito l'umanità. Il lavoro diventerà un complemento benefico del piacere dell'ozio, un benefico esercizio per l'organismo umano, una passione utile all'organismo sociale solo quando sarà saggiamente regolamentato e limitato ad un massimo di tre ore al giorno.

[...] O Ozio, padre delle arti e delle nobili virtù, sii balsamo delle angoscie umane!

Tratto dal "Diritto all'Ozio" di Paul Lafargue, 1883